Il gioco d’azzardo e le scommesse per molti non sono un semplice divertimento ludico. Insomma, ci sono persone che considerano questo business un ambito dove spenderci molti soldi oppure “pochi ma buoni” ragionando bene sulle quote da scegliere o le slot machine.
La regola di buon senso per non litigare con l’Agenzia delle Entrate e anche con la Guardia di Finanza è quella di chiedersi sempre:
- questi soldi che entrano vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi (per sicurezza diciamo sempre di sì, solo il commercialista o un fiscalista ci può dire no e spiegare il perché)
- se sì come e dove?
La risposta ve la può dare soprattutto un esperto, se giocate tanto o poco, se vincete tanto o poco ponetegli ogni anno la domanda e nei tempi fiscali giusti, la dichiarazione dei redditi ha infatti delle date e delle scadenze da rispettare.
Quando è il casinò a fare da sostituto d’imposta
Il sostituto d’imposta è un soggetto che sostituisce il contribuente (quindi te) nei rapporti con l’amministrazione finanziaria.
Può essere un soggetto pubblico o privato che pagherà allo Stato o a qualsiasi pubblica amministrazione (ad esempio regionale o comunale) le imposte al posto tuo trattenendole da salari, pensioni o altri redditi, ad esempio le vincite delle scommesse sportive o nei casinò online.
In Italia, legalmente operano solo due tipi di bookmakers o casinò: quelli italiani riconosciuti dall’AAMS/ADM, quelli europei o stranieri riconosciuti nell’Unione Europea perché con licenza valida. In entrambi i casi, il singolo bookmaker o casinò, nel momento di saldare la vincita al gioco possono trattenere l’imposta perché si comportano da sostituti d’imposta.
Non tutte le piattaforme sono uguale, scegliete sempre quelle sicure al 100%
Questo elemento in genere viene descritto nel regolamento scommesse o gioco (termini e condizioni). Al momento del versamento delle vincite, se vengono rilasciate anche certificazioni possono essere scritte al loro interno delle voci apposite.
Insomma, ogni realtà betting privata o pubblica certifica la parte fiscale pagata in maniera differente, è proprio un commercialista o un esperto fiscalista che può spiegarvi come.
Se il bookmakers o casinò online si comporta da sostituto d’imposta non è necessario comunicare in sede di dichiarazione redditi la vincita, sarà registrata automaticamente dall’Agenzia delle Entrate.
Se così non avviene, la vincita va inserita nei Redditi Diversi, c’è un voce apposita all’interno del Tuir e dei moduli usati per la dichiarazione (730, Unico, Redditi PF, eccetera).
In tutti i casi, cercando delle piattaforme di gioco nel Web, scegliete le realtà dove spendere soldi con sicurezza. Ad esempio, potete leggere queste Opinioni sul bonus di williamhill, un bookmaker AAMS che fa sottoscrivere un contratto di gioco seguendo le indicazioni fornite dalla nostra amministrazione fiscale sia per le scommesse sportive che per i casinò elettronici o dal vivo.
Dalle vincite vengono prelevate direttamente o indirettamente delle percentuali.
Ogni anno dovete sempre chiedere al momento della dichiarazione o della riscossione, la percentuale trattenuta su Gratta e Vinci, Video Lottery (VTL), Super Enalotto, schedine sportive.
Dal 2019, l’aumento di percentuale progressiva viene chiamata la tassa della fortuna.
Viene applicata anche ai montepremi vinti ai quiz televisivi ma, in tutti i casi che abbiamo descritto, ricordate che non tutte le somme vengono tassate, spesso lo Stato trattiene percentuali solo se si vince un importo superiore ai 500 euro.